Cosa Leggere la Sera
per chi fa una Scuola di Teatro.
In questa rubrica non troverete manuali, biografie, metodi, saggi di grandi drammaturghi
o teorici del teatro contemporaneo. Nemmeno autori classici.
Troverete invece dei libri a lato, che hanno il compito di aiutarvi a entrare dentro una mentalità teatrale, cioè quel luogo dove possano prendere forma le vostre idee originali grazie al fecondo incontro con idee originali altrui.
Il Circolo dei Contastorie di Jean-claude Carrière.
Editore: Garzanti.
Un libro immenso. Contiene centinaia di storie, rapite in ogni angolo del mondo e riscritte con grande rispetto e infinita semplicità. La prefazione è così cristallina da farvi finalmente capire che senso abbia tutelare la tradizione orale di ogni etnia. Non tutti sanno che Carriere è stato uno dei più grandi sceneggiatori del cinema internazionale, da Bunuel a Peter Brook, da Milos Forman a Costa-Gavras, da Wajda a Marco Ferreri.
Parliamo di musica di Stefano Bollani.
Editore: Mondadori.
Questo è un testo che dovrebbe essere adottato da tutte le scuole pubbliche italiane, dalle medie fino ai licei. Con un linguaggio schietto, allegro ma puntuale, riesce a raccontare della musica quanto davvero c'è da sapere per farla. Non solo per ascoltarla. In una nazione ignara del proprio patrimonio musicale e intestardita nel non volerne sapere niente anche nel futuro, questo libro arriva come un dono
Grazie, Bollani.
Versi del senso perso di Toti Scialoja.
Editore: Einaudi.
Tra queste pagine c'è grande divertimento, puro e immediato, nello svolgersi anche di solo quattro versi. Bisognerebbe impararne a memoria una al giorno, di queste filastrocche, per dispensarle ai nostri compagni di viaggio o di serate quando la seriosità finalmente viene meno e sul piano dell'amicizia si può cominciare a fare sul serio. Nei nostri corsi di teatro lo facciamo. Così, in tre mesi, sanno tutto il libro a memoria. E possono postare qualche poesia su Facebook o inviarla tramite mail a chi ignora (sbalorditivo, ma sono tanti) che ci si possa divertire anche così.
La conquista dell'inutile di Werner Herzog.
Editore: Oscar Mondadori.
Questo è il diario del tempo impiegato dal regista tedesco Werner Herzog per realizzare il film “Fitzcarraldo” nella giungla amazzonica, tra il giugno del 1979 e il novembre 1981. Di conseguenza, è il diario di un'impresa colossale. In quei due anni interminabili, il regista è stato costretto a ripensarsi radicalmente come artista e come uomo, riflettendo sul ruolo dell'arte, sul concetto di civilizzazione, sul senso della violenza e sull'ineluttabile crudeltà della natura. Il titolo è bellissimo. Quell'inutile di cui va caparbiamente alla ricerca coinvolge centinaia di persone, richiede un'organizzazione ferrea e perfetta, ha bisogno di tanto denaro e del continuo convincimento di tutti coloro che partecipano all'impresa, anche di fronte alle difficoltà più ardue.
Lettera a mia madre di Georges Simenon.
Editore: Adelphi.
Molti sostengono che non si può essere veramente liberi di agire dentro uno spazio teatrale se prima non si sono fatti i conti con il rapporto reale con la propria madre. Maschi e femmine. Probabilmente, è vero.
Parlare d'amore sull'orlo dell'abisso di Boris Cyrulnik.
Vero che il titolo è intrigante? C'è anche un sottotitolo: il coraggio di lasciarsi amare. Come se fosse una cosa da niente. Il desiderio di essere desiderati. E non è un romanzo, ma un saggio pieno di storie e dentro ad ognuna c'è un pezzetto di noi. Ed è davvero un libro sull'amore, quello vero. Quello su cui non sappiamo spiccicare una sola parola perchè sull'amore continuiamo a raccontarci un sacco di balle. E' così comodo. Salvo poi scoprire che eravamo completamente fuori strada. Cyrulnik parla della resilienza. Resilienza deriva dal latino resilire, rimbalzare. In fisica descrive la capacità di un corpo di riprendere forma dopo un colpo. Perchè ogni corpo mantiene memoria del trauma subito. Resilienza è anche l'arte di navigare dentro ai torrenti. Le correnti ti sbattono contro gli scogli, le rapide ti tirano giù, una faticaccia di fronte alla quale non ci si può arrendere, pena l'affogamento. Ecco, questo è l'amore, questa è la vita, quando togli di mezzo le balle che ti racconti.
Il piacere. Un approccio creativo alla vita di Alexander Lowen.
Vi riporto qualche frase della nota introduttiva: "...Il piacere è la forza creativa della vita. E' l'unica forza abbastanza possente da opporsi alla potenziale distruttività del potere. Molte persone credono che questo ruolo appartenga all'amore; ma se l'amore è qualcosa di più che una pura parola, deve basarsi sull'esperienza del piacere..." Lowen racconta le proprie esperienze con estrema semplicità, con un linguaggio chiaro e illuminante, arrivando a delle conclusioni che fanno bene: magari non sono sempre rassicuranti, però risultano utili per migliorare la qualità dei nostri rapporti affettivi e sociali. Se avete dei figli, di qualunque età, questo saggio vi costringerà a riflettere sul significato del piacere, su quanto poco tempo dedichiamo al nostro piacere e a quello di chi ci vive accanto, di quanto siamo irrispettosi verso una parte di noi che mortifichiamo continuamente. Fossi in voi, io, i libri di Lowen li leggerei tutti. Non è facile uscire dal tormentone dei comportamenti imbecilli. Lowen suggerisce come. Si può chiedere altro, ad un libro?
Il paese delle maree di Amitav Ghosh.
E' bellissimo. Per chi non si lascia spaventare da un romanzo di 500 pagine. Ci sono foreste di mangrovie sul delta del Gange, coccodrilli, tifoni e tigri. Tante tigri, descritte in modo straordinario. E ci siamo noi, laggiù, con le nostre paure, i nostri dilemmi. A riscoprire che forse quello che ci manca, stando quaggiù, è la limpidezza. Non sappiamo più discernere tra paure immaginarie e paure reali. E la nostra vita, come la attraversiamo? In punta di piedi stringendo nei pugni un po' di poesia o indossando gli scarponi della prosa? Per chi vuole imparare a scrivere d'altro e non solo di se stesso, ecco un buon esempio di grande letteratura.